Questo avviene anche in bocca, in diversi casi dovuti a malattia, danni ossei, rialzo del seno mascellare o estrazioni dentali difficili, con impianti successivi che non trovano sufficiente materiale di ancoraggio.
Nel primo caso parliamo di innesto osseo dentale “autologo”; qui l’osso viene prelevato dalla mandibola e dalla mascella del paziente, ma potrebbe essere necessario prelevarlo anche al di fuori del cavo orale, ad esempio dal bacino. In questo caso è necessario un ricovero del paziente che deve essere sottoposto ad anestesia generale e quindi dovrà essere ricoverato in ospedale.
Nel secondo caso parliamo d’innesto osseo dentale “eterologo”, cioè osso non prelevato dal paziente. Quello più utilizzato è l’osso bovino deproteinizzato. Il vantaggio di quest’ultimo è quello di evitare l’intervento per il prelevamento osseo dal paziente.
In Usa si utilizzano anche dei fattori di crescita che sono delle molecole geneticamente preparate. Queste, aiutano ad accelerare la guarigione dell’osso e quindi sono dei promotori della guarigione stessa.
L’implantologia immediata permette di posizionare alcuni impianti dentali e di posizionare subito dopo (entro 24 ore) una protesi provvisoria fissa, senza quindi aspettare i due o tre mesi di guarigione. Questa pratica clinica sostituisce la tecnica dell’implantologia a carico differito, che fino a pochi anni fa era una delle pratiche più utilizzate in odontoiatria: l’inserimento di un impianto dentale per la sostituzione di un dente mancante, richiedeva anche una certa quantità di osso (innesto osseo dentale).